Difficoltà di billing per il cloud aziendale: quanto costa realmente il servizio?

Il cloud è una tecnologia fondamentale per un numero crescente di aziende nei più diversi settori: è la piattaforma infrastrutturale che consente livelli di scalabilità e flessibilità diversamente impensabili, e per questo è sempre più diffusa.

Tuttavia, i costi del cloud aziendale non sempre risultano trasparenti. Di fatto difficoltà e ambiguità di billing vengono con frequenza notificate proprio dalle imprese che si affidano ai grandi player di settore, come Amazon AWS, Microsoft Azure, Google Cloud. 

In questo articolo, cerchiamo di capire quanto costa un cloud aziendale e come tenere sotto controllo i prezzi.

Quanto costa il cloud con i grandi player? 

I costi del cloud dipendono soprattutto dalle specifiche esigenze dell’azienda e dalle soluzioni di cloud desiderate, oltre che dal tipo di abbonamento. I fornitori offrono diverse opzioni di servizio e di pagamento, e le diverse offerte sono diventate abbastanza equiparabili.

Nonostante ciò, confrontare i costi in modo chiaro rimane un’operazione non semplice, soprattutto nel lungo termine, quando il flusso di dati e le esigenze dell’azienda si modificano. Infatti, è importante sottolineare che i prezzi del cloud possono variare anche sensibilmente in base alle necessità specifiche dell’azienda (il che è ovvio, se per esempio sono necessari spazi di archiviazione maggiore), nonché a causa di fattori esterni, come nel caso limite, ma rivelatorio, dell’emergenza pandemica, che ha determinato un’ascesa incontrollata dei prezzi. 

Inoltre, molte delle offerte dei grandi provider prevedono almeno una certa quota di costo a consumo: questa è la quota più complessa da calcolare e mettere a preventivo, poiché è molto facile sottostimare i consumi, soprattutto se ci si approccia per la prima volta al cloud. Il cliente allora cerca di arginare la questione con un eccesso di budget, ma anche in questo caso si finisce per spendere più di quanto preventivato. Infatti, anche i clienti più diligenti troveranno non poche difficoltà, pur usando gli appositi calcolatori, nel tentare di calcolare il costo finale di questi servizi, poiché le unità di misura e i calcoli richiesti sono molto complessi.

Come si legge in un articolo che fa il punto proprio sul recente aumento di spesa, “nel complesso il mercato del cloud appare dominato sul lato dell’offerta dalle grandi aziende big tech, e scarsamente controllato, sia sotto il profilo dei costi sia sotto il profilo della pianificazione e dell’ottimizzazione dell’utilizzo dei servizi, da parte della domanda” [1]. 

Ogni impresa che si avvale del cloud deve essere consapevole di questo scenario e prestare quindi la massima attenzione non solo al preventivo di spesa iniziale, ma anche a quello previsto nel lungo periodo, tenendo conto delle variabili che possono incidere sulla previsione di spesa.

Le variabili di costo del cloud

Se il costo del cloud include tutto ciò che è previsto dalla soluzione di base prescelta, bisogna dunque fare attenzione agli eventuali costi aggiuntivi, che a seconda del provider possono essere associati alla migrazione dei dati sul cloud (conteggiata da alcuni fornitori come costo iniziale a parte), alla manutenzione e all’aggiornamento del software, all’utilizzo dei tool di sicurezza, all’intervento di personale tecnico specializzato.

In generale, può essere utile tenere presente i seguenti parametri:

  • Utilizzo delle risorse: i fornitori di cloud addebitano i costi in base all’utilizzo effettivo delle risorse (elaborazione e archiviazione dei dati, la larghezza di banda, ecc.), quindi maggiore è l’utilizzo delle risorse, maggiore sarà il costo - e, come già specificato, è un aspetto spesso sottostimato;
  • Tipologia di servizi richiesti: archiviazione dei dati, gestione dei database, sicurezza e altre tipologie di servizi hanno costi differenti; nel caso in cui non siano chiaramente differenziati, è bene richiedere un tariffario esplicito.
  • Livello di servizio: anche i livelli di servizio (le funzionalità e i supporti aggiuntivi) implicano costi ulteriori, a cui occorre prestare particolare attenzione.
  • Dimensioni dell’azienda: le dimensioni dell’azienda, e quindi il numero di utenti, le applicazioni utilizzate e il volume di dati gestiti naturalmente incidono sul costo complessivo del cloud, e sono da tenere presenti sia come dato di partenza che in prospettiva di medio e lungo termine.
  • Localizzazione dei dati: se l’azienda richiede una specifica localizzazione geografica dei dati, per esigenze di conformità alle normative del paese in cui opera o alle policy interne, tale adeguamento potrebbe comportare costi aggiuntivi.

A queste indicazioni “preventive” generali, deve affiancarsi un’attività di monitoraggio costante da parte dell’azienda, sia per tenere sotto controllo il volume di dati, e lavoro, effettivamente richiesto al provider, sia per verificare l’aderenza dei costi alle tariffe stabilite.

Rivolgersi a provider affidabili

Data la complessità dell’operazione, è imperativo affidarsi soltanto a fornitori che siano in grado di rispondere in modo esauriente ed esplicito a tutte le domande del caso, nonché disposti a mettere in chiaro tutti i dettagli in appositi accordi sul livello di servizio (SLA)

Gruppo Trade dispone di servizi di cloud appositamente pensati per aziende e pubbliche amministrazioni. A gestire il servizio è un team italiano, che mette a disposizione del cliente un Account Manager e un Service Manager dedicati, per seguire l’impresa in ogni fase del processo – quali che siano le dimensioni e il livello di complessità della soluzione di cloud richiesta – e nella completa trasparenza dei costi: le nostre offerte, infatti, non prevedono costi al consumo addizionali, sono facilmente calcolabili, e il preventivo sarà fedele al costo finale. 

Per saperne di più, rimandiamo a ulteriori specifiche del servizio sulla pagina dedicata alle nostre soluzioni cloud.

[1] https://www.agendadigitale.eu/infrastrutture/torna-a-casa-cloud-cosi-laumento-dei-costi-spinge-la-repatriation-dei-servizi/

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